Come rispondere a questo interrogativo?
Vi è un particolare che, alla luce dei documenti, ha connotato la sua vita: fu infatti una, e forse la privilegiata, delle numerose amanti di papa Alessandro VI Borgia.
Questo particolare tuttavia, mentre fu di fondamentale importanza per lei e per la fortuna della sua casata, venne poi a tal punto romanzato da costituire spesso l’unico argomento degli studi sulla sua biografia, a discapito sia dell’attendibilità scientifica delle ricerche stesse, sia degli approfondimenti sul periodo che qui più ci interessa da vicino: quello che va dalla morte dl Alessandro VI alla morte di lei, avvenuta nel 1524.
Giulia Farnese nasce nel 1474 da Pierluìgi Farnese, figlio di Ranuccio Farnese il Vecchio, e da Giovannella Caetani. Uno dei suoi fratelli è Alessandro. il futuro papa Paolo III.
Compie il tradizionale iter di studi, come ogni donna altolocata del tempo, probabilmente in convento. Nel 1489 sposa Qrsino Orsini, figlio di Ludovico di Gentile Migliorati-Orsini, signore di Bassanello, e di Adriana Di Mila’, cugina del cardinale Rodrigo Borgia. nel palazzo del quale, in via del Governo Vecchio, e in sua presenza, viene celebrato il matrimonio.
Orsino Orsini era mercenario al servizio della chiesa e per i suoi meriti di condottiero Alessandro VI lo ricompensò nel 1494 in natura, come spesso avveniva, con il feudo di Carbognano.
Probabilmente già nel 1489 era iniziata quella stretta e niente affatto segreta relazione tra Giulia e il cardinale Rodrigo Borgìa, relazione che continuò anche dopo 1’ascesa di questi al soglio pontificio, nel 1492. A tal punto che Giulia, giustificata dalle frequenti e necessarie assenze del marito, andò spesso ad abitare nel palazzo arcipretale di S. Pietro, assieme ad Adriana di Mila e a Lucrezia Borgia invece che nella tradizionale residenza romana degli Orsini di Montegiordano. Inoltre, quando nacque Laura Orsini. nel 1492. a Roma sorsero subito i sospetti che il vero padre naturale non fosse Orsino ma il papa stesso. E probabilmente ciò deve essere stato vero, a giudicare dallo zelo con cui il pontefice. tramite i suoi funzionari, tra i quali Alessandro Farnese. si impegnò a contrarre per lei i più vantaggiosi trattati di matrimonio. Inizialmente, già nel 1493. quando aveva appena un anno, Laura era stata destinata a sposare Astorgio Manfredi, signore di Faenza. In un secondo momento le trattative nuziali coinvolsero Giuliano de Medici, sempre in vista di una creazione, con questo mezzo usatissimo in quanto pacificamente infallibile. di un baluardo territoriale e politico, da parte della chiesa e della casata Borgia. contro 1’avanzata dì Milano e Venezia. Fallita anche questa trattativa, Laura venne poi promessa nel 1499 a Federico Farnese2 I. Ma l’esito finale dl questa intricata vicenda sarà, come vedremo, del tutto diverso.
Tornando alle vicende di Giulia, questa nel 1494 si allontana da Roma per recarsi, insieme a Lucrezia Borgia e ad Adriana che fungeva da “guardiana” per entrambe, a Pesaro e in altri luoghi. Testimonianza di ciò è uno scambio epistolare quanto mai affettuoso tra Giulia e il papa, riportato dal PASTOR. Tuttavia proprio da quest’ anno tale relazione comincerà ad incrinarsi: Giulia rifiuta di tornare a Roma e decide di recarsi a Bassanello dal marito. Inutili le insistenti e furiose sollecitazioni del papa, il quale non si fa scrupolo di coinvolgere sia Adriana di Mila, minacciandola addirittura dl scomunica, sia, fatto particolarmente rilevante, lo stesso cardinale Alessandro Farnese, in una lettera del 22 ottobre 1494, al quale fa capire che i suoi benefici si moltiplicheranno se Giulia non andrà a Bassanello.
Terrei a porre in evidenza lo stretto legame tra Giulia e suo fratello Alessandro: quasi una programmatica azione congiunta. Del resto tale comportamento non era nuovo nella tradizione della casata dei Farnese che si distinse per compattezza tra i suoi membri nel corso del secoli.
La famiglia Farnese, guelfa per eccellenza, entrò a far parte dell’aristocrazia romana solo con il matrimonio tra Pierluigi , figlio di Ranuccio il Vecchio, e Giovannella Caetani. Non rinunciò mai tuttavia al potere che aveva acquistato nel Lazio settentrionale, a nord-ovest del lago di Vico, principalmente grazie al valore militare di Ranuccio il Vecchio, mercenario di papa Eugenio IV, che lo aveva ricompensato con territori appartenenti alla Camera Apostolica.
Saranno comunque proprio Giulia e Alessandro a trascinare i Farnese fuori dalla provincia e a lanciarli definitivamente nella vita politica romana. Si può dire anzi che tutta la loro azione sarà essenzialmente mirata proprio a questa apertura verso Roma e tale programma culminerà visivamente con la costruzione di palazzo Farnese. primo materiale insediamento nell’ Urbe di questa casata Alessandro Farnese cominciò la sua carriera con la nomina a cardinale. avvenuta, assieme a Cesare Borgia ne1 1493. Per la sua nomina l’intercessione di Giulia presso Alessandro VI fu fondamentale, tanto che costò al fratello il diffamante e popolare titolo di “Cardinale della gonnella”.
Nei 1494 gli fu affidata l’importante carica della legazione di Viterbo ma. come era già successo per Giulia, tale anno segnò l’inizio di una crisi che investì i rapporti non solo tra il papa e Alessandro. che perdette la legazione nei 1496. ma anche con le famiglie Orsini e Caetanì. che si videro confiscare gran parte dei beni territoriali.
Chiaramente tale rottura era stata determinata da varie cause. quali la progressiva creazione, per cui il Valentino gia operava, di uno Stato territoriale dei Borgia e la crisi più generale che stava investendo la Penisola in seguito alla calata di Carlo VIII nel 1494
Finalmente nel 1503 salì al soglio pontificio Giulio II e i Farnese iniziarono quella lenta riabilitazione agli occhi del mondo che culminò con il matrimonio tra Laura Orsini e Niccolò della Rovere.
Questi era figlio di Gianfrancesco Franciotti e di Luchina della Rovere, sorella di Giuliano (Giulio II), il quale aveva adottato come nipote diretto il fanciullo. Il matrimonio avvenne il 15 novembre del 1505: presenti il cardinale Alessandro Farnese, L’ormai vedova Giulia Farnese - Orsini (Orsino era morto nel 1500), Giovanni de’ Medici e il pontefice medesimo nell’atto Laura ereditò il feudo dl Bassanello e i diritti di eredità su Carbognano e Giulianello.
Parallelamente Alessandro si vide legittimati, proprio nel 1505, da Giulio II i figli Pierluigi e Paolo; nel 1509 ottenne il vescovato di Parma e cominciò a riscattarsi, con i fatti e una condotta degna della linea ecclesiastica più severa, dalla macchia inerente alla sua nomina di cardinale.
E Giulia? A questo punto della sua vicenda gli storici sono discordanti:
alcuni ammettono d’averne perse le tracce, MARCHETTI FERRANTE dice che si sposò con un nobile napoletano e si trasferì a Napoli.
Ma un certo numero di documenti ci fanno capire che la Farnese risedette a Carbognano. E non solo, ma vi compì le funzioni di vera e propria feudataria, almeno dal 1506 fino alla sua morte, avvenuta il 23 marzo del 1524.
Dopo la morte di Orsino Orsini, e dopo il matrimonio contratto dalla figlia mentre lei ancora figurava come vedova, si risposò, già nel 1506, con Giovanni Capece di Bozzuto, un nobile napoletano che morì nell’ottobre del 1517.
Un altro documento, del 1514 la menziona come “domina” di Carbognano insieme col marito è ancora citata in un documento probabilmente del 1517: c’è inoltre un atto giudiziario del 1521 che narra di un processo di condanna per un delitto avvenuto a Carbognano nel 1519. nel quale Giulia presiede come giudice.
Infine abbiamo una sua lettera scritta da Carbognano nel 1522 citata dal MARTINELLI: e un’iscrizione con il suo nome, sempre in data 1522 sul portale marmoreo della chiesa di S. Maria della Concezione a Carbognano fatta costruire, forse su una struttura preesistente da Giulia stessa.
La scelta di Carbognano. situato sicuramente in una posizione più strategicamente favorevole rispetto all’altro suo feudo di Bassanello, può non essere stata casuale. specialmente se rapportata ad alcune mosse parallele compiute da Alessandro Farnese, il quale nel 1504 era riuscito ad entrare in possesso delle vicine tenute di Vico e Casemale e, nel 1521 di Caprarola. Il che può far pensare che i Farnese i quali erano in possesso di un vero e proprio Stato nello Stato della Chiesa a nord-ovest del lago di Vico, volessero allargarsi anche a est del lago stesso, in vista di un sempre più capillare controllo delle principali vie che portavano all’Urbe.
Ma tale ipotesi andrebbe forse sostenuta da ulteriori prove.
In ogni caso sembrerebbe. alla luce di quanto detto. che entrambi. Giulia e Alessandro. intendessero riscattarsi da un passato oscuro e diffamante usando come mezzi le opere e 1’impegno diretto in situazioni quanto mai concrete come, nel caso particolare di Giulia, poteva essere, e i documenti dimostrano che è stato, il governo di Carbognano.
Veniamo ora ad un ulteriore interrogativo: come mai nessun personaggio femminile della stirpe Farnese ha mai suscitato tanto interesse e tanta ammirazione da parte di studiosi, scrittori o semplici lettori quanto Giulia, sorella di Paolo III e amante per lungo tempo del papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia)?
Perché ancora oggi Giulia suscita tanto interesse? La ragione è semplice: perché Giulia aveva il dono della bellezza, una bellezza oggetto di invidia, gelosia, maldicenza, mapur sempre di ammirazione.
Una bellezza che fu un "valore" ben amministrato da cui venne tratto il massimo profitto e che portò la piccola Giulia, non ancora quindicenne, ad essere offerta su di un piatto d'argento al lussurioso Cardinal Rodrigo Borgia, che di anni ne aveva quasi sessanta: un muto patto scellerato dal quale tutti si riproponevano grandi benefici. Il cardinale poteva aggiungere una nuova perla, la più delicata e preziosa, alla sua già ricca collezione muliebre. Fu infatti, secondo le cronache, un autentico mandrillo, padre di almeno sette figli, avuti da donne diverse, aveva un impressionante numero di amanti, e fu senz'altro uno dei papi più corrotti della storia della Chiesa.
Ad oggi di Giulia, non un dipinto, una miniatura, una scultura, un rilievo; non un ritratto, non una sola immagine che la raffiguri con certezza.
Forse un destino bizzarro o previdente? Si può solo immaginare, fantasticare la sua bellezza.
In molti si sono affannati a ricercare il suo volto e hanno ritenuto di individuarlo nelle varie dame o vergini con liocorno (dall'iconografia, quella della dama con l'unicorno particolarmente frequente nell’ambito della famiglia Farnese nelle cui imprese compariva un unicorno sulle ginocchia di una vergine, allegorie queste molto ricorrenti tra le stanze del castello di Carbognano, dimora di Giulia) che la pittura rinascimentale ci ha tramandato, da Raffaello a Domenichino a Luca Longhi o nello splendido profilo di donna inginocchiata nella Trasfigurazione di Raffaello
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